Al giorno d’oggi le società di calcio si comportano da brand perché lo sono in pieno, e quindi quello che vestono è anche quello che vendono. Non è (solo) un aspetto economico, quello che i club al giorno d’oggi perseguono – e le strade sono tante: le maglie sono una delle più accessibili e immediate – è una riconoscibilità forte, una piazza distintiva da cui far valere il loro buon nome. Perché oggi le maglie da calcio contano più che in passato? E ha rilasciato una intervista al Corriere dello Sport in vista del prossimo impegno contro il Milan: «Torno arricchito. E’ stata una esperienza ottima e bellissima anche perché in questo momento della stagione non mi aspettavo la chiamata», ha detto Cragno che prosegue. Io sapevo il perché. Dal settembre al dicembre 2003, onde consentire l’esecuzione di alcuni lavori di adeguamento al Sant’Elia, il Cagliari dovette momentaneamente trasferirsi allo stadio Nino Manconi di Tempio Pausania: durante il cantiere diverse tribune vennero chiuse e sostituite da altre in acciaio, erette all’interno del «catino» degli spalti sopra la pista di atletica leggera (ormai caduta in disuso). Gran Bretagna e negli Emirati Arabi Uniti (2005), in Serbia e Croazia (2006), in Russia e Paesi Bassi (2007), in India (2008), in Francia, Cina, Thailandia e Indonesia (2009), in Germania e Bahrein (2010), in Bosnia ed Erzegovina (2011), in Sudafrica, Polonia e Slovenia (2012), per finire con Spagna, Corea, Messico e Albania nel 2013. Alcuni lanci non hanno il successo atteso e le edizioni internazionali in Grecia e Australia vengono chiuse dopo pochi anni.
L’acquisto del Barcellona di Kevin-Prince Boateng sorprese un po’ tutta l’opinione pubblica: nessuno si aspettava che un giocatore di 32 anni potesse interessare ai catalani per il ruolo di centravanti di riserva. In questo caso il desiderio è realtà: l’Atletico Mineiro ha lanciato un contest aperto ai tifosi per disegnare la maglia celebrativa dei 113 anni del club, e tra le proposte ha vinto questa bellissima divisa, elegante e ricca di significati, con la mappa del Minas Gerais stampata sul davanti. Operazioni di questo tipo sembrano essere le più semplici, e invece è un attimo incorrere nella brutta figura: nel caso della away degli Spurs invece il risultato è decisamente positivo, con la maglia a base scura che diventa una tela su cui imprimere pennellate di vario colore. Ci sono un sacco di punti in comune – l’eccitazione per le cose nuove, l’attesa per ciò che verrà svelato, l’idea che sta ripartendo un’altra stagione – ma nel caso delle maglie da calcio c’è qualcosa in più: la possibilità di comunicare la propria identità, i propri valori, le proprie radici.
Però la terza maglia dei monegaschi è un esempio riuscito di come fare le cose per bene, senza strafare: un design pulito e convincente, il color crema che si sposa perfettamente con i richiami rossi, la trama in grigio sul davanti. Così, quando dopo la vittoria sull’Atletico Madrid ha postato una bella foto di gruppo, un tifoso gli ha scritto su Instagram che è “venuto al Barcellona solo per fare fotografie”. La risposta di Boateng non si è fatta attendere: “Sì ma foto molto belle”. Ci sono anche tantissimi design in cui è possibile caricare una bella foto o un testo e disegnare la propria maglietta. Il contrasto tra navy e dorato, il colletto con bottoncino, la trama tono su tono: la maglia away del Monaco 1860 è una piccola chicca, l’ennesima di una squadra che sotto il profilo del design continua a incantare da tempo (nonostante le sorti sportive del club siano decisamente lontane dai palcoscenici più nobili). Questa è una selezione delle migliori dieci maglie della stagione 2021/22, a livello mondiale: ecco chi ha saputo declinare tutti i concetti di cui abbiamo discusso in design belli e originali. Al contribuente non resta nemmeno la consolazione di veder crescere, assieme alle tasse, il livello dei servizi pubblici di cui può godere.
Nike: la maglia da trasferta dei Gunners della stagione 1995/96 – sì che ve lo ricordate Dennis Bergkamp in blu, doppio fulmine e sponsor Jvc sul petto. In Champions League invece i blaugrana affronteranno nel doppio confronto dei quarti di finale il Manchester United; l’andata si giocherà mercoledì 10 aprile all’Old Trafford. Ancora una volta, si tratta di omaggiare una squadra (e una maglia) storica: nel 1982 l’Aston Villa solleva al cielo la sua unica Coppa dei Campioni della sua storia, battendo in finale il Bayern Monaco. La terza del Flamengo, però, ha una marcia in più: in primis è un omaggio alla squadra che nel 1981 vinse Libertadores e Intercontinentale (c’era un certo Zico tra i carioca), poi comunica un’eleganza immediata, con il rosso che incornicia ed esalta. Non avrà portato fortuna nel playoff di Champions contro lo Shakhtar, con la squadra di Kovac che meritava decisamente la qualificazione e poi si è ritrovata condannata dal più beffardo degli autogol.